Il progresso tecnologico ha investito fortemente il mondo della musica. Ce ne rendiamo conto tutti, ma non sempre ci è chiaro perché e in quale misura. Andrea Toschi, musicista e matematico, ci aiuta a capirne di più. Esaminiamo la questione dalla parte del fruitore della musica. Le recenti riproduzioni in digitale di interi corpus musicali da ultimo quello della produzione dei Beatles, ma altri esempi di musica classica si sono avuti nel passato pongono un interrogativo su quanto sia uguale o differente la percezione dellascoltatore nei tre scenari: dal vivo, al momento, nella vecchia riproduzione in lp, cara a molti di noi, nella nuova versione digitalizzata.
Dalla parte di chi compone la musica e di chi la esegue. Ci chiediamo se la produzione di musica digitalizzata modifichi la composizione musicale. Ci interroghiamo sul rapporto diverso che lega il musicista ai suoi ascoltatori, quando sa che la maggior parte di coloro che lo ascolteranno usufruiranno di una raffinatissima registrazione. Chissà se oggi è ancora possibile essere un musicista puro, come un tempo, senza una componente tecnologica nella propria formazione.