LEGGI: http://www.byoblu.com/post/2012/03/31/Corruptissima-re-publica-plurimae-leges.aspx
Vi sono italiani che si informano in rete. Non sempre sono propensi a capire argomentazioni contorte come le leggi del nostro Parlamento (Corruptissima re publica plurimae leges: “moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto”). Ma se vogliono, possono. Per esempio possono guardare un video, leggere un post… E se non hanno capito, possono cliccare su un link e scaricare un documento di approfondimento.
E poi vi sono italiani che si informano solo in televisione (ma ce ne sono anche che non si informano affatto). Alcuni argomenti, in un programma televisivo dai tempi stretti, sono quasi impossibili da affrontare, soprattutto se cerchi di mostrare la genesi di provvedimenti legislativi strumentali e frutto di inciuci come il Decreto-legge 24 marzo 2012, n. 29, promulgato dal Presidente della Repubblica per questioni di “straordinaria necessità ed urgenza”.
In 30 secondi, sui titoli di coda, hai solo il tempo di scrivere un manifesto, di mostrare un abstract, una sintesi al cardiopalma dai toni concitati e coloriti. What else? La mancanza di dettagli semplifica il messaggio, certo, ma presta anche il fianco alle strumentalizzazioni. Ieri sera ho mostrato il Decreto Legge presentato dal Governo e subito emanato da Napolitano, che recepiva un Ordine del Giorno della (complice) maggioranza parlamentare. Quell’Ordine del Giorno, cioè, che voleva annullare gli effetti dell’azzeramento delle commisioni bancarie e che era stato approvato giovedì 22 marzo 2012 in tre secondi netti, meno di 36 ore prima che venisse presentato e varato il relativo Decreto Legge (quello che ho sventolato). Avete presente a cosa servono gli ordini del giorno indirizzati al Governo? A languire nei cassetti polverosi di Palazzo Chigi, spesso per sempre. Tranne questo, che ha dato vita a un provvedimento di straordinaria necessità ed urgenza, per l’appunto solo 36 ore dopo (da giovedì sera a sabato mattina).
Un decreto legge è, per l’appunto, legge. Fino a quando non viene convertito da un disegno di legge parlamentare, entro 60 giorni. Ma intanto vige. E del resto non avrebbe potuto essere altrimenti, visto che è stato approvato proprio il 24 marzo, in concomitanza con l’approvazione di quella legge 24 marzo 2012, n. 27 che convertiva proprio il Decreto Liberalizzazioni, cioè quello con il famigerato articolo 27-bis che annullava le commissioni bancarie. Se non li avessero approvati insieme – il disegno di legge sulle liberalizzazioni ammazza-commissioni e il decreto legge che ne annullava gli effetti – le banche avrebbero dovuto sopportare fino a 10 miliardi di minori profitti.
Gian Luca Galletti, UDC, approfittando del poco tempo residuo (scorrevano i titoli di coda), ha cercato di far passare l’informazione come falsa, sostenendo che non si trattava di una legge, che non era cioè ancora stata approvata. Bollare un decreto legge emanato dal Presidente della Repubblica come una normativa “non ancora approvata” (è legge fino a quando non viene convertita) è fare disinformazione e tirare l’acqua al proprio mulino. Sarebbe bastato avere due minuti per argomentare con meno superficialità una materia resa volutamente complessa per i cittadini, e i giochetti di Galletti sarebbero stati sbugiardati:
perché un decreto legge emanato dal Presidente della Repubblica è di per se stesso approvato, avendo forza di legge;
perché bastava conoscere il perché di quella strana “urgenza” nella sua approvazione per capire che era stato confezionato ad arte per non creare danni alle banche e che sarà convertito in legge senza nessunissima ombra di dubbio.
Perfino Crosetto, dopo la chiusura, mi ha dato ragione.
Sogno un mondo dove su uno spezzone di intervento televisivo compaia anche un barcode (un codice QR) dove il pubblico a casa possa puntare il proprio smartphone per ricevere tutte le informazioni aggiuntive nella propria casella email. In questo modo, la casalinga di Voghera potrebbe avere gli strumenti necessari per non mettere sullo stesso piano l’evidenza dei dati di fatto con il fumo delle argomentazioni vuote che confondono e mortificano la verità.
Poi certo, sogno anche un mondo con più web e meno televisione. O con una sinergia spinta tra i due.