cosa si intende per trasporto autarchico in diritto della navigazione secondo scialoja?

Domanda di michele79: cosa si intende per trasporto autarchico in diritto della navigazione secondo scialoja?
Mi spiegate in poche parole cosa voglia intendere l’ autore SCIALOJA in diritto della navigazione, quando elabora intorno al mezzo la teoria della navigazione equivalente del cosiddetto trasporto autarchico, Nelle note è riportato che il concetto di trasporto autarchico sta ad indicare l’ autonomia del veicolo isolato almeno materialmente nell ‘ elemento nel quale naviga,poiché questo trasporto svolgendosi in un , lontano dalla terra ha esigenze peculiari .
Cosa si intende per trasporto autarchico ?? forse spostamento autonomo ????? in che senso????
Grazie

Migliore risposta:

Answer by Elisa R
Non è facile rispondere alla tua domanda.
Praticamente Scialoja sottolineava come il diritto marittimo sia un diritto con problematiche, casistiche e regole diverse da quello degli altri codici e che quindi non fosse possibile ignorarlo.

L’autarchia è infatti una sorta di “isola” dove tutto si svolge all’interno di essa. Così è una nave: una realtà con problematiche a se’ stanti.

Cenno:
(omissis)
«Oseremmo, in base a lacune di tal fatta, formare i giudici e gli avvocati di domani, non solo per i fori di Genova e di Napoli, di Trieste e di Venezia, di Palermo e di Catania, di Bari e di Ancona, ma per tutti gli altri fori d’Italia, ove la giustizia è amministrata da giudici naturalmente destinabili ad altre sedi, comprese quelle ove sono preminenti le controversie da risolvere alla stregua delle regole del codice della navigazione e delle norme ausiliarie? E le lacune sono tanto più gravi, ove si pensi che il diritto speciale invade non solo il settore privatistico dell’ordinamento, ma anche settori pubblicistici di essenziale importanza. Basti menzionare il complesso delle norme di diritto amministrativo, di diritto penale, di diritto processuale e di diritto internazionale privato della navigazione: e ciò a tacere dell’interesse della disciplina anche ai fini degli studi di storia del diritto privato, romano e intermedio. […]

«Non è lecito accingersi ad un piano di studi forensi, potendo del tutto ignorare uno dei cinque codici vigenti: qui sta il succo della nostra tesi. Nella seduta del 19 febbraio 1960 il Consiglio superiore della marina mercantile, con motivazione che si impone, ha votato unanime “affinché il diritto della navigazione venga incluso tra gli insegnamenti obbligatori delle facoltà di giurisprudenza e di economia e commercio”. Eminenti colleghi della Facoltà giuridica di Roma, dal Leone al Nicolò, dal Santoro Passarelli al Cesarini Sforza, hanno già espresso analogo avviso, sia pure in via di massima. […]»

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