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L’appuntamento è per giovedì, ore 17, piano terra del Palazzo di giustizia di Milano. Dopo una cinquantina di condannati, il Tribunale di sorveglianza di Milano esaminerà la richiesta di Silvio Berlusconi di affidamento in prova ai servizi sociali e con essa la corposa memoria depositata dai suoi avvocati difensori.
L’ex presidente del Consiglio ha chiesto di poter scontare in affidamento all’Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe) di Milano, l’ufficio che fa capo al Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, l’anno residuo della condanna subita il primo agosto scorso per frode fiscale nel processo sui diritti televisivi Mediaset. Berlusconi era stato condannato a quattro anni di carcere, ma tre sono stati tagliati dalla scure dell’indulto. Per i condannati liberi con al massimo un anno di pena da scontare, come appunto l’ex premier, in media le udienze sulle misure alternative al carcere a Milano vengono fissate a 14/16 mesi dalla richiesta, che nel suo caso è arrivata a ottobre. Come è accaduto per il coimputato Daniele Lorenzano il quale, per vedersi assegnare ai servizi sociali durante gli otto mesi residui di pena, si era visto fissare l’udienza addirittura al 15 aprile 2015. Solo dopo che sul Corriere della Sera era emersa questa singolare diversità di trattamento con l’ex premier, il presidente del Tribunale di sorveglianza, Pasquale Nobile de Santis, ha recuperato una richiesta della difesa di Lorenzano, che per sbaglio, è stato detto, era rimasta sepolta tra migliaia di domande, e ha anticipato l’udienza di dieci mesi, all’ 11 giugno prossimo.
In via teorica i giudici potrebbero anche decidere per la detenzione domiciliare, una misura più afflittiva. Destinata a chi è ritenuto socialmente pericoloso, concede poche ore al girono di libertà per soddisfare le esigenze fondamentali di vita.
Di questa e di altre notizie dai quotidiani di oggi ne parliamo con l’Avv.Rossella Angiolini.