Psicoanalisi in Kant, Hegel, Marx, Nietzsche. Osservazione nella tesi di laurea di Marx sulle prove dellesistenza di Dio. Centralità della tematica del credere e suoi diversi significati. Alienazione ed estraneazione: quale differenza cè tra i due termini? Come distinguerli? Quando luomo perde libertà? Oggetto e soggetto.
Questo meccanismo di spostamento, ho un problema, una difficoltà che considero insuperabile, sposto la
soluzione sul piano illusorio, è uno dei meccanismi fondamentali di cui la psicoanalisi parla.
Se leggiamo con attenzione Kant, Hegel, Marx, Nietzsche, troviamo tutti i meccanismi della psicoanalisi
analizzati dalla filosofia classica.
Nellanalisi della religione già con con la centralità dellelemento rappresentazione, noi abbiamo anticipato il discorso della psicoanalisi
Allora qui bisogna capire che la religione oppio dei popoli, questo processo di spostamento della soluzione di un problema insolubile, su un piano
Qui vorrei ricordare unosservazione che fa Marx nella sua tesi di laura. Nella tesi di laurea scrive una nota in cui analizza il discorso che Hegel, Kant, fanno sulle prove dellesistenza di Dio.
Nel corso di questa nota, Marx costruisce questa situazione, dice: Immaginiamo che qualcuno crei qualcosa con la sua fantasia ma che poi creda a questo qualcosa. A questo punto quel qualcosa non è più un che di arbitrario, di soggettivo, è diventato realtà.
Se noi pensiamo a Freud che poi scriverà
Ma abbiamo un anticipo netto di unaltra tematica centralissima: la tematica del credere.
La letteratura antropologica
La questione importante è questa.
Quindi costruisco con la fantasia qualcosa ma credo che questo qualcosa, qui credere al significato
che può avere quando uno batte il pugno sul tavolo:
Prendendo credere nel senso che cè una adesione profonda di me in questa mia rappresentazione, allora la rappresentazione non è più un che di soggettivo, ma è una realtà vincolante
Ora la religione viene presentata in questa maniera: è quella giustificazione della condizione reale, prodotta dalla fantasia, ma creduta.
Qui cè un tema gravissimo.
Voi sapete che Marx, -Hegel -, usa due termini in modo abbastanza rigorosamente distinto, che in italiano vengono resi, volta a volta senza molto rigore, o con alienazione o con estraneazione. Molte volte in italiano estraneazione o alienazione vengono detti nello stesso senso.
I due termini hanno significati profondamente diversi
Riprendiamo lesempio che fa Marx: una persona costruisce con la fantasia qualche cosa e
qui abbiamo lestraneazione, quando la mente ha prodotto qualche cosa, ma questo qualche cosa
Quindi la persona non si riconosce più come produttore di quella cosa, ma vede quella cosa come un potere esterno che
Questa è estraneazione
Se con la mia fantasia produco qualcosa, se la mia fantasia si esterna in una rappresentazione, questa rappresentazione io lappunto sulla carta, sulla tela o costruisco un oggetto, qui non cè estraneazione, perché questa produzione della mente, la mente ancora la conserva come propria produzione, cioè si riconosce come produttrice di quella cosa.
Qui cè semplicemente il fatto che la capacità soggettiva si è alienata nel mondo delle cose, ha prodotto una cosa, ma conserva la consapevolezza che quella cosa è un suo prodotto.
È semplicemente alienazione totale, ma non estraneazione.
Qui il problema si fa estremamente importante. Perché questa distinzione significa: non è vero che luomo perde di libertà quando la sua vita si oggettiva, quando i prodotti della sua attività divengono cose, entrano nel mondo degli oggetti. Luomo perde di libertà quando questo mondo degli oggetti gli si erge contro come un potere estraneo. E questo passaggio dalla produzione nella cosa alla produzione di potenze dominanti, questo passaggio è mediato dai rapporti sociali.
Il meccanismo della proiezione delluomo nel mondo delle cose, non è questo la fonte della perdita di libertà, fonte della perdita di libertà è quando il rapporto sociale è fatto in maniera tale per cui questo prodotto ti si
rovescia contro come potere estraneo. Brutalmente, non è la scienza, non è la tecnica, non è lesser cosa in un mondo di cose, il male. Il male è quando il mondo delle cose diventa qualcosa in cui non mi riconosco più, diventa un potere che mi domina.
Quando la tecnica, la scienza diventa qualche cosa che vincola la mia libertà-volontà che mi impone e che diventa un potere dominante.
Stefano Garroni primo ricercatore CNR docente di filosofia a La Sapienza università di Roma: collettivo di formazione marxista Maurizio Franceschini. Per partecipare ai collettivi o per avere i file audio integrali, o informazioni di ogni genere o anche segnalazioni per eventuali errori nelle descrizioni degli argomenti è possibile contattarmi